Smart City: questione di “dati”

In una recente intervista con Stefano Ferrio su Smart Building Italia, il professor Dall’O del Politecnico di Milano parla di dati, numeri verificabili, senza i quali non esiste spinta innovativa per la Smart City

Il Professore, si riferisce ad una realtà globale dove esempi virtuosi arrivano da Washington come da Savona e decine di migliaia di “led” illumineranno anche le Prealpi della Valsabbia.

I dati già nel presente, e a maggior ragione nel futuro, delle Smart City. Se saranno confermate le linee di tendenza del recente report Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, nel 2050 il 66% della popolazione mondiale  vivrà dunque all’interno di città, che o saranno Smart e pienamente sostenibili, o si trasformeranno in gironi infernali invivibili per via di surriscaldamento globale, inquinamento e alta diffusione di virus.

“I dati sono valori numerici, sulla cui base progettare soluzioni, e non chiacchiere da bar” precisa Giuliano Dall’O, docente di fisica ambientale al Politecnico di Milano. “Se non privilegiamo le analisi fondate sui dati – afferma su SBI Dall’O, dal 2017 al 2020 presidente di Green Building Council Italia – saremo in balia del caos mediatico, che ora prende una strada, e un secondo dopo imbocca quella opposta. Già in una mia pubblicazione del 2013 osservavo come la stessa città, sulla base di protocolli radicalmente diversi, fosse al primo posto in una determinata graduatoria di sostenibilità, e al quindicesimo in un’altra”.

“Città d’arte o metropoli connotate hi-tech non fa differenza quando si guarda ai dati, e cioè ai valori numerici che evidenziano i fattori innovativi di qualsiasi centro urbano – conclude il professor Dall’O – tanto è vero che personalmente invito qualsiasi amministrazione civica interessata al tema a verificare i parametri Smart City della propria città nella piattaforma Arc Skoru, a cui il Green Building Council fa riferimento”.

 

 

Fonte: www.smartbuildingitalia.it/news/contributi/smart-city-e-una-questione-di-dati/

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