Trasformazione digitale e PNRR: quale sfida per il sistema Paese

La transizione digitale rappresenta un processo  culturale, organizzativo, economico e sociale che grazie all’integrazione di tecnologie, applicazioni e competenze digitali e mediante la virtualizzazione e la remotizzazione delle attività umane consentirà efficacia ed efficienza operativa nel produrre e rendere fruibili, sicuri e di qualità beni e servizi.

Pensare, però, che significhi soltanto innovazione tecnologica non ci fa cogliere il suo reale contributo innovativo. Il fattore critico di successo è quello umano. Come potremo implementare una azienda digitale se tutti, dai manager agli operai, non sono in grado di utilizzarne gli strumenti messi a disposizione?

In sintesi, la transizione digitale implica: infrastrutture di rete adeguate; sviluppo di conoscenze e competenze digitali; amministrazioni digitali efficaci ed efficienti; innovazione tecnologica delle imprese per riguadagnare i livelli di competitività persa.

L’Unione Europea ha risposto con l’adozione del programma Next Generation EU (NGEU) el’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei suoi due principali strumenti ovvero il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) ed il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 Mld di €, nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi a fondo perduto da usufruire nei primi anni del piano.

Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme denominato PNRR che per l’Italia si articola in 6 Missioni tra cui la missione M1) digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, promuove la riduzione dei divari strutturali di competitività, produttività e digitalizzazione con un investimento complessivo pari a 40,32 Mld suddiviso in : M1C1 – Digitalizzazione, innovazione e Sicurezza della PA; M1C2 Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; M1C3 Turismo e cultura 4.0.

La componente M1C2 con un investimento complessivo di 23,89 Mld promuove la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo; gli investimenti per le connessioni ultraveloci fisse e  5G; la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali ed individua specifici ambiti di intervento tra cui:

Investimento 1: transizione 4.0 → 13,38 Mld di €

Investimento 2; Investimenti ad alto contenuto tecnologico → 0,34 Mld di €

Investimento 3 Reti ultraveloci (Banda ultra-larga e 5G) → 6,71 Mld di

Dobbiamo essere consapevoli che gli strumenti individuati e la stessa implementazione del PNRR non forniscono alcuna garanzia di successo senza:

  • un cambio di paradigma del servizio pubblico da strumento di controllo a strumento di servizio con meno controlli formali ex ante e più controlli sostanziali ex post;
  • l’avvio di un reale processo di alfabetizzazione digitale diffusa a tutti i livelli in una nuova logica di riqualificazione culturale sia nelle pubbliche amministrazioni che nelle aziende.

In tale scenario è fondamentale l’avvio di un processo di gestione partecipata del cambiamento in cui i professionisti devono enfatizzare il proprio ruolo di indirizzo connotato da leadership tecnica, visione strategica, condivisione delle conoscenze a supporto delle pubbliche amministrazioni delle imprese e della società civile.

 

di Carlotta Penati, Carmelo Iannicelli
Articolo tratto da Smart24 Edilizia e Urbanistica

 

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